Penultimo appuntamento, domani (giovedì 28 dicembre) a Oristano, per “Sa Die de sa Sardigna“, il programma di concerti e spettacoli promosso dal Comune su proposta dall’Assessorato alla Cultura, e organizzato dall’Associazione culturale Dromos con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione Oristano.
Protagonisti il violoncellista olandese Ernst Reijseger e il Cuncordu e Tenore de Orosei, in concerto alle 19 nella chiesa di Santa Chiara: “The Face of God“, questo il titolo del programma, comprende brani del repertorio sacro della tradizione sarda e musiche che Ernst Reijseger ha composto come colonna sonora per alcuni film diretti dal celebre regista Werner Herzog. Da un lato il virtuosismo del violoncellista, dunque, che sorprende per la raffinata e originale tecnica e la capacità di trasformare in poesia anche la sperimentazione sonora, dall’altro il virtuosismo armonico del canto tradizionale sardo dei Cuncordu e Tenore de Orosei, con Piero Pala (mesuvoche), Mario Siotto (bassu), Luca Frau (contra) e Emanuele Ortu (voche): i contrasti espressivi tra jazz d’avanguardia e musica sacra di origine etnica promettono di sprigionare un fascino arcano e conturbante. L’ingresso al concerto è gratuito, ma la capienza è limitata: è dunque consigliata la puntualità.
Classe 1954, violoncellista, compositore e improvvisatore, Ernst Reijseger è una tra le figure più importanti della scena musicale contemporanea. I suoi concerti sono caratterizzati dalla sua capacità di “cantare” attraverso il suo strumento, che diventa parte del suo corpo dando vita a opere intrise di alta musicalità, eleganza e sensibilità. Stimolato dalla varietà di forme che l’arte di combinare suoni può assumere, ha iniziato a suonare il violoncello quando aveva appena otto anni. Studia al conservatorio di Amsterdam finché (nel 1974) uno dei suoi maestri, il famoso violoncellista Anner Bijlsma, gli consiglia di interrompere gli studi, spingendolo così a seguire la propria strada. Una strada che in realtà Ernst Reijseger aveva già imboccato: fin dai primi anni Settanta lo troviamo infatti impegnato con la musica improvvisata: Sean Bergin, Martin van Duynhoven, Derek Bailey, Michael Moore, Alan Purves, Franky Douglas, il Theo Loevendie Consort, il Guus Janssen Septet, l’Amsterdam String Trio, la ICP orchestra di Misha Mengelberg, il quintetto di Gerry Hemingway, il Trio Clusone (con Michael Moore e Han Bennink), Louis Sclavis, Trilok Gurtu, Franco D’Andrea, l’Amsterdam String Trio; l’elenco di musicisti e formazioni ai quali ha legato il suo nome rende l’idea della varietà di esperienze di Ernst Reijseger nel suo intenso percorso artistico.
Unendo a una grande maestria un uso non convenzionale dello strumento, il violoncellista olandese aggiunge alla sua musica una dose di humor e teatralità, caratteristiche che si colgono al meglio nelle sue esibizioni solistiche. Ma il suo rapporto aperto con la musica, con tutta la musica, gli permette di calarsi perfettamente nei contesti più differenti pur mantenendo sempre riconoscibile la propria cifra stilistica. Reijseger ha collaborato con artisti di musica improvvisata e jazz (Uri Caine, Han Bennink, Instant Composers Pool di Misha Mengelbergs, Louis Sclavis, Harmen Fraanje), musica classica e barocca (Yo Yo Ma, Giovanni Sollima, Erik Bosgraaf), e di musica tradizionale (Trilok Gurtu, Tenore e Concordu de Orosei, Groove Lélé, Nana Vasconcelos, Mola Sylla). La sua capacità di interagire con varie forme d’arte lo rende un ricercato partner creativo di poeti (Ramsey Nasr), coreografi (Bollwerk), attori (Oscar Isaac, Teo Joling), pittori (Jerry Zeniuk, Simon Kramer, Robert Zandvliet), scultori (Gertie Bierenbroodspot), fotografi (Joost Guntenaar, Krijn van Noordwijk).
Di grande importanza e assoluto valore artistico la sua decennale collaborazione con il regista tedesco Werner Herzog, per il quale ha composto le colonne sonore dei film “The White Diamond”, The Wild Blue Yonder”, “Cave of Forgotten Dreams”. La musica di Reijseger fa parte di due installazioni artistiche: “Von der Stille” di Stephan Winter (Rathausgalerie Kunsthalle di Monaco), e “Hearsay of the Soul” di Werner Herzog (J. Paul Getty Museum di Los Angeles, Wallraf-Richartz-Museum di Colonia, Whitney Museum of American Art a New York City). Finora sono stati realizzati cinque documentari su Ernst Reijseger, da Cherry Duyns, Jacques Goldstein, Thomas Doebele e Maarten Schmidt, Werner Herzog e Miles O’Reilly. Recentemente ha lavorato alla direzione e composizione musicale per la pièce teatrale “Hamlet” di Sam Gold per il Public Theater di New York, ha inciso l’album “Volcano Symphony” con l’Ensemble di musica barocca Forma Antiqua, ha composto le musiche del film “Walking Out” di Alex e Andrew Smith (presentato al Sundance Festival) e ha partecipato alla video installazione “Poem of Cell” di Stefan Winter.
Il Cuncordu e Tenore de Orosei è tra la migliori espressioni del vasto panorama delle musiche vocali sarde. Oltre che per l’eccezionale bravura, il gruppo si distingue per la peculiarità del repertorio, che abbraccia entrambe le forme della tradizione vocale di Orosei: quella del canto sacro, tipica delle confraternite religiose, e quella profana del canto a tenore. Custode fedele dell’eredità musicale ricevuta dai cantori anziani, il gruppo esegue nelle due particolari modalità, a Tenore e a Cuncordu, i Gotzos (canti della Passione di Cristo), i balli tradizionali, le serenate d’amore e tutto il repertorio canoro sacro e profano di Orosei (l’unico paese in Sardegna dove le due modalità di canto non hanno conosciuto interruzioni nel tempo).
Con la stessa passione il gruppo è aperto all’indagine e all’incontro con altre espressioni musicali, al Konzerthaus di Berlino, con le voci Bulgare “Angelitè” e il RIAS Kammerchor, con gli gli Hu Hun Hurtu della piccola Repubblica di Tuva, o ad altre sperimentazioni con musicisti come Enzo Favata, Luigi Lai, Totore Chessa, i Tenores di Bitti, Nguyen Le, Mola Sylla, Luciano Biondini, Paolo Fresu, Ernst Reijseger (con cui ha partecipato alla registrazione della colonna sonora dei più recenti film di Werner Herzog) e, in ultimo, il progetto “Voci Nomadi” con i cantanti mongoli Ganzoring e Tsogtgerel, un concerto carico di suggestioni musicali, con le voci che, pur lontane geograficamente, si avvicinano e si fondono in maniera straordinaria.
Sabato 30 dicembre, antivigilia di Capodanno, “Sa Die de sa Sardigna” si chiude al Teatro Garau (ore 21) con ilprogetto “Atlantico” proposto dal quintetto di Enzo Favata e Daniele di Bonaventura nel venticinquesimo anniversario dalla pubblicazione dell’omonimo disco: un viaggio musicale attraverso l’Argentina e il Sud America ispirato agli scrittori latinoamericani, da Borges a Sepulveda, da Márquez a Soriano. Il sassofonista algherese ha voluto rifondare il quintetto con una nuova formazione che comprende il nucleo storico del gruppo, costituito dallo stesso sassofonista con Daniele di Bonaventura al bandoneon e Marcello Peghin alla chitarra 10 corde, cui si affiancano Salvatore Maltana al contrabbasso e UT Ghandi alla batteria. Serata già sold out, gli organizzatori consigliano gli interessati di contattare la segreteria di Dromos per essere registrati nella lista d’attesa.
Notizie e aggiornamenti su “Sa Die de sa Sardigna” sono disponibili sul sito www.dromosfestival.it, sul canale Telegram e nelle pagine Facebook e Instagram di Dromos. Per informazioni, la segreteria di Dromos risponde invece al numero di telefono 0783310490, al numero Whatsapp 3348022237 e all’indirizzo di posta elettronica info@dromosfestival.it.